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Negli ultimi anni l’utilizzo dei dispositivi elettronici ha completamente cambiato le nostre vite. Basti pensare a cosa riusciamo a fare oggi con uno smartphone. Ma il futuro ci riserva cambiamenti ancora più sorprendenti. Grazie all’ambient computing, infatti, saremo in grado di usare dispositivi elettronici senza interagire fisicamente con loro. Scopriamo meglio di cosa si tratta in questo articolo.
L’ambient computing consiste nell’integrazione di diverse tecnologie e intelligenze artificiali per creare un ambiente in grado di rispondere alle esigenze individuali, consentendoci di utilizzare internet e computer senza dover interagire fisicamente con loro. In altre parole l’ambiente stesso diventa dispositivo.
Molti di noi hanno già iniziato a esplorare il mondo dell’ambient computing senza neanche accorgersene. Una rudimentale esperienza è quella che viviamo ogni volta che utilizziamo uno smart speaker presente in una smart home o un assistente virtuale ad attivazione vocale come Alexa, a cui chiediamo le previsioni del tempo o di riprodurre un brano senza una vera e propria interazione fisica.
L’ambient computing è collegato a concetti come l’Internet of things (IoT) e l’Intelligenza artificiale (Ai) e la sua evoluzione dipende dalla capacità dei sistemi interconnessi di imparare gli uni dagli altri e dallo stesso utilizzatore.
Se ora gli strumenti obbediscono ai comandi impartiti dall’utente, infatti, nel futuro questi stessi dispositivi potrebbero distinguere i diversi utenti tramite riconoscimento facciale e anticiparne gusti e necessità dopo averli “appresi”, in casa come al lavoro.
L’ambient computing apre così la strada a un ambiente in cui persone e macchine possono lavorare insieme in modo più fluido per creare un’esperienza migliore per tutti. Se gli strumenti che usiamo quotidianamente riescono ad essere un passo avanti a noi, saranno anche in grado di aiutarci a prendere decisioni migliori e ad essere più efficienti.