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Tra qualche anno, forse anche meno, la preoccupazione di perdere il contatto col mondo mentre ci si trova fuori di casa con la batteria dello smartphone al minimo sarà relegata definitivamente nel passato.
È questo, infatti, l’obiettivo di un’azienda israeliana di Tel Aviv, StoreDot, che ha recentemente messo a punto un sistema per caricare lo smartphone nel giro di pochi secondi: una batteria a ricarica immediata. Insomma, accanto ai carica batterie wireless si stanno studiando altri modi innovativi per avere la batteria sempre al 100%.
Il team di StoreDot ha impiegato nientedimeno che la nanotecnologia per sintetizzare chimicamente nuove molecole organiche di origine non biologica. Queste si sono rivelate la base migliore per realizzare un materiale innovativo, ideale per costruire batterie in grado di assorbire rapidamente energia e, soprattutto, di conservarla a lungo al loro interno. E, cosa non irrilevante, si tratta di batterie non tossiche e sicure dal punto di vista ambientale.
La tecnologia StoreDot, per la precisione, si basa sui nanodot, nanocristalli bio-organici che hanno il potere di velocizzare il movimento degli ioni all’interno di una batteria, quindi lo scambio di energia tra i suoi elettrodi. Il che significa che con l’impiego di materiali bio-organici la ricarica della batteria potrà completarsi in appena 30 secondi.
Il prototipo di batteria realizzato da StoreDot è ancora troppo grande per adattarsi agli attuali smartphone e la durata della carica copre al momento solo mezza giornata, ma l’obiettivo del team di fisici e chimici israeliani è di mettere a punto entro il 2016 una batteria più sottile che si ricarichi in mezzo minuto per durare poi un giorno intero. Il suo costo sarà di 250 $ superiore a quello degli attuali modelli e avrà un’aspettativa di vita di circa 3 anni.
Un altro team di ingegneri che sta lavorando ad un progetto simile è quello della Nanyang Technological University di Singapore: una batteria in grado di ricaricare fino al 70% della sua energia in soli 2 minuti. E questo grazie a tubi capillari minuscoli, 1000 volte più sottili di un capello umano, composti da diossido di titanio misto a idrossido di sodio.
Entrambi i progetti sono finanziati da un fondo di investimento privato e da un grande produttore asiatico di smartphone che supporta gli studi sulle tecnologie bio-organiche.
Considerato il numero sempre crescente di smartphone nel mondo, è assai probabile che il settore sia pronto ad accogliere una simile innovazione, in grado di rendere i nostri inseparabili dispositivi ancora più performanti e di migliorare ancora una volta la nostra esperienza d’uso degli stessi.