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Statunitense, 55 anni, fresco di divorzio e aspro oppositore di Donald Trump. Quello che può sembrare l’identikit di un cittadino americano medio, maschera le stimmate dell’uomo di successo. E che successo. Sì, perché Jeffrey Preston Bezos è stato indicato dalla rivista Forbes, nel settembre 2019, come la persona più ricca dell’età contemporanea, in una classifica che comprende XX e XXI secolo. Ma come si arriva ad avere un patrimonio personale di 114 miliardi di dollari e a cucirsi addosso l’etichetta di uomo più ricco del mondo? Questione di geni o culto stars & stripes del self made man ben coltivato? Mai come stavolta la verità non risiede nel mezzo.
Nato ad Albuquerque, in Nuovo Messico, il 12 gennaio 1964, Jeff Bezos non ha avuto certo un’infanzia felice. Venuto al mondo da genitori adolescenti, la diciassettenne Jacklyn Gise e l’appena maggiorenne Ted Jorgensen, non è stato mai riconosciuto dal padre e ha acquisito il cognome del secondo marito della madre, Miguel Bezos, un cubano emigrato negli States a 16 anni. Manualità e passione per la tecnologia scandiscono già i suoi primi anni di vita. Chi lo ha vissuto all’epoca, racconta che da piccolo avesse l’hobby di smontare le culle in cui dormiva ritenendole scomode, mentre per evitare che i fratelli minori invadessero i suoi spazi vitali mise a punto un allarme elettrico per tenerli lontani dalla sua cameretta. Trascorse le estati dell’infanzia e dell’adolescenza nel ranch dei nonni passando i pomeriggi a riparare mulini a vento e castrare tori, mentre la svolta verso l’imprenditoria risale alle prime esperienze da dipendente. Su tutte, quella nelle cucine di McDonald’s, che gli diede l’input definitivo per mettersi in proprio.
Nulla, però, giunge per caso. Se Jeff Bezos è arrivato a diventare l’uomo più facoltoso sulla faccia della Terra, lo deve soprattutto a sé stesso. Trasferitosi a Houston con la famiglia, inanellò ottimi risultati scolastici laureandosi in Ingegneria Elettronica all’Università di Princeton. Dopo aver lavorato a Wall Street nel settore informatico, nel 1994 (un anno dopo aver sposato MacKenzie Tuttle, dalla quale si è separato nel gennaio 2019 corrispondendole 36 milioni di dollari e rendendola la terza donna più ricca al mondo) decise di lasciare D.E. Shaw di New York, e il suo stipendio da oltre 200.000 dollari l’anno, per mettersi in proprio. Il resto è una storia lunga già cinque lustri e costellata da intuizioni brillanti e remunerative. Amazon nasce col nome di Cadabra nel 1994, con l’idea iniziale di vendere libri in tutto il mondo. Il business plan viene scritto durante un lungo viaggio on the road, il budget iniziale di 300.000 dollari messo assieme cumulando i risparmi personali e quelli della famiglia. L’ascesa è insospettabilmente rapida e punteggiata da tappe già diventate storiche:
Ma questi sono soltanto i risultati riconducibili ad Amazon. Bezos, infatti, è molto di più e ha legato il proprio nome a molti altri marchi prestigiosi. Nel 2000 ha fondato la Blue Origin, una start up per voli spaziali umani che nel 2019 dovrebbe effettuare i primi lanci turistici. Nel 2013 ha rilevato il Washington Post facendolo tornare in utile, nel 2018 la farmacia online PillPack. In mezzo si è “limitato” a conquistare premi e riconoscimenti, venendo nominato uomo dell’anno dal settimanale Time nel 1999 e il più ricco al mondo da Forbes nel settembre 2019. Una carriera senza macchie? Gli errori si contano davvero sulla punta delle dita. Il più grande è forse il tentativo di lanciare sul mercato Fire Phone, un’alternativa concorrenziale all’iPhone rivelatasi un autentico buco nell’acqua. Insomma, anche i ricchi piangono. Seppur raramente.
(Credits photo: Facebook/Evolving Wisdom)