
Le migliori app per riconoscere e valutare quadri
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I dati di una ricerca condotta in Inghilterra dalla Tecmark su duemila persone rivelano che guardiamo lo schermo del telefono oltre duecento volte al giorno. Secondo un’altra società di ricerca, la Kleiner Perkins Caufield & Byers’s, le volte contate sono centocinquanta. In tutti e due i casi si tratta di un numero considerevole.
Le “occhiate” al nostro smartphone sono diventate sempre più continue e ossessive tanto da poter essere considerate una vera e propria dipendenza diffusa e molto pericolosa per il nostro equilibrio psicofisico. Paradossalmente, per guarire da questa dipendenza, è la stessa tecnologia a venirci in soccorso, infatti il numero di applicazioni che servono a ridurre la compulsione nei confronti dei nostri dispositivi sta aumentando.
Un paio di esempi tra le più note:
La psicologa dello sviluppo Alessandra Orsi ci spiega che ogni cosa che dona piacere e allo stesso tempo l’illusione del controllo può far sorgere una dipendenza. Nel caso dello smartphone tutto ciò risulta amplificato poiché non solo si ha il controllo del dispositivo, ma attraverso questo, si ha il controllo sulle relazioni interpersonali.
Dovrebbe far riflettere tutti noi l’affermazione secondo la quale per stupire un adolescente basterebbe spegnere il proprio cellulare mentre gli si parla e dimostrargli che si può essere in un posto solo e parlare con una sola persona.
Il paradosso in tutto questo è la scelta di servirsi della tecnologia per guarire dalla stessa tecnologia!
E se un’app non dovesse bastare, niente paura: qualcuno ha pensato anche ad una cassaforte a tempo per i maniaci dello smartphone!