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Come curare la dipendenza da smartphone? Con lo smartphone!

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dipendenza da smartphone

I dati di una ricerca condotta in Inghilterra dalla Tecmark su duemila persone rivelano che guardiamo lo schermo del telefono oltre duecento volte al giorno. Secondo un’altra società di ricerca, la Kleiner Perkins Caufield & Byers’s, le volte contate sono centocinquanta. In tutti e due i casi si tratta di un numero considerevole.

Smartphone: una vera dipendenza

Le “occhiate” al nostro smartphone sono diventate sempre più continue e ossessive tanto da poter essere considerate una vera e propria dipendenza diffusa e molto pericolosa per il nostro equilibrio psicofisico. Paradossalmente, per guarire da questa dipendenza, è la stessa tecnologia a venirci in soccorso, infatti il numero di applicazioni che servono a ridurre la compulsione nei confronti dei nostri dispositivi sta aumentando.

Le app per curare la dipendenza da smartphone

Un paio di esempi tra le più note:

  1. Offtime,
    app di origine berlinese che consente di misurare con precisione l’uso che si fa dello smartphone. Questa app filtra sms, limita le app e riduce notifiche e telefonate.
  2. Moment,
    un’app con la quale ci si sfida con gli amici per guardare poco il display e grazie alla quale è possibile settare dei limiti di utilizzo.

I dispositivi per curare la dipendenza da smartphone

  1. Ringly
    Tra i dispositivi spicca Ringly, il quale fa parte della famiglia della tecnologia indossabile made in USA. E’ un anello d’oro con pietra che, sotto le sembianze di un gioiello, nasconde un prezioso strumento che riceve le notifiche dallo smartphone tramite tecnologia Bluetooth. L’anello, infatti, cambia colore a seconda del tipo di notifica che stiamo ricevendo sul cellulare: blu per una telefonata, verde per un sms, arancio per una email, viola per una applicazione, rosso per Twitter, azzurro per Facebook, e ci permette così di decidere se impugnare o meno lo smartphone qualora fossimo o meno interessati al tipo di notifica ricevuta. Attualmente è disponibile in pre-ordine a 180 euro circa.
  2. NoPhone
    Il NoPhone, invece, è stato creato come provocazione ai telefonini che intasano nel vero senso della parola le nostre vite. NoPhone ha le sembianze di un telefono, ma non è un telefono, infatti non chiama e non manda messaggi, è privo di batteria, fotocamera e aggiornamenti… insomma un pezzo di plastica che sembra uno smartphone.
    NoPhone vuole diventare un’alternativa non tecnologica al contatto costante del telefono con le mani, che permetterà di stare connessi col mondo reale.
    Lo scopo del team che lo ha ideato è riportare l’attenzione sulle persone e sull’ambiente per mantenere il contatto con la realtà senza rinunciare al piacere di stringere in mano il proprio smartphone. Costa dieci dollari, ma ne è stata creata una versione da diciotto euro con uno specchietto frontale per simulare i tanto in voga “selfie”, che potranno essere condivisi in tempo reale con gli amici che sono insieme a noi in quel momento.

Perché disintossicarci dagli smartphone?

La psicologa dello sviluppo Alessandra Orsi ci spiega che ogni cosa che dona piacere e allo stesso tempo l’illusione del controllo può far sorgere una dipendenza. Nel caso dello smartphone tutto ciò risulta amplificato poiché non solo si ha il controllo del dispositivo, ma attraverso questo, si ha il controllo sulle relazioni interpersonali.
Dovrebbe far riflettere tutti noi l’affermazione secondo la quale per stupire un adolescente basterebbe spegnere il proprio cellulare mentre gli si parla e dimostrargli che si può essere in un posto solo e parlare con una sola persona.

Il paradosso in tutto questo è la scelta di servirsi della tecnologia per guarire dalla stessa tecnologia!

E se un’app non dovesse bastare, niente paura: qualcuno ha pensato anche ad una cassaforte a tempo per i maniaci dello smartphone!