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Cos’è il crowdfunding, come funziona e quali sono le migliori piattaforme italiane

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Crowdfunding è un termine inglese, divenuto di uso comune negli ultimi anni, che si può tradurre con la locuzione “finanziamento collettivo”. Proprio “collettività” e “finanziamento” sono infatti due concetti centrali e necessari per spiegare bene cos’è e come funziona il crowdfunding. Ne parliamo in questa guida.

Il significato di Crowdfunding

Il termine “Crowdfunding” significa letteralmente “folla che finanzia”. Già la parola stessa serve a chiarire in prima battuta di cosa parliamo. Si tratta della richiesta di finanziamento (da parte di un singolo individuo, un libero professionista, ma anche da PMI, grandi aziende, startup oppure organizzazioni) a un pubblico al quale viene presentato un progetto da realizzare. Alla sua origine c’è il crowdsourcing, ossia lo sviluppo collettivo di un determinato prodotto.

Esempi di Crowdfunding

La casistica in tal senso è ampia. Si va dall’aiuto a popolazioni colpite da cataclismi al finanziamento di progetti proposti online da startup.

  • Un esempio di Crowdfunding che ha permesso la realizzazione del progetto di una startup è Mysecretcase, la cui campagna di donazioni è arrivata a 2,5 milioni di euro.
  • Un altro esempio che aiuta a spiegare meglio il funzionamento del crowdfunding ce lo fornisce uno degli uomini più noti al mondo, Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America finanziò parte del suo cammino verso la Casa Bianca proprio grazie ad una raccolta di fondi promossa tra i suoi sostenitori.
  • Per non andare troppo lontani, si può citare anche la raccolta fondi promossa in Italia da Fedez e Chiara Ferragni nel marzo 2020. La raccolta fondi ha registrato in poche settimane numeri da record permettendo di aumentare i posti letto di terapia intensiva e subintensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Il Crowdfunding nella storia

Ma quando è nato il concetto di finanziamento collettivo di un progetto? 

Il crowdfunding affonda le radici nell’800

  • Già all’inizio del XIX secolo lo scrittore irlandese Jonathan Swift aiutò a promuovere gli Irish Loan Fund, istituti di microcredito che avevano il compito di aiutare economicamente gli irlandesi meno abbienti. 
  • Sempre nell’800, inoltre, il crowdfunding finanziò il simbolo di New York e degli Stati Uniti: la statua della libertà. La rivista the World, guidata da Joseph Pulitzer, si fece carico di organizzare un comitato di raccolta fondi dopo che erano stati messi insieme solo 150mila dei 300mila dollari necessari per completare l’opera. 

Con l’avvento di internet sono nate diverse piattaforme online (Kickstarter e Indiegogo tra le più conosciute) volte a favorire l’incontro tra coloro che il finanziamento lo cercano (i fundraiser) e quanti sono disposti a concederlo. In questo modo sono nate campagne promosse da cantanti, scrittori, studenti, che sono riusciti in molti casi a finanziare progetti e percorsi di studi universitari.

Come funziona il crowdfunding? Le varie tipologie

Esistono varie tipologie di crowdfunding.
Citiamo alcune delle più utilizzate.

  • Donation based. Promosse da organizzazioni senza scopo di lucro per aiutare, ad esempio, popolazioni colpite da terremoti o territori teatro di conflitti.
  • Reward Based. In cambio di una somma di denaro il finanziatore riceve qualcosa, che generalmente può essere lo stesso prodotto che il fundraiser sta promuovendo. 
  • Civic crowdfunding. Istituzioni, come Regioni, enti provinciali, Comuni, finanziano così opere pubbliche. Uno dei casi più virtuosi arriva da Rotterdam, dove nel 2011 è stata finanziata la costruzione di un ponte pedonale. A New York un magazzino sotterraneo è stato trasformato in parco pubblico grazie ad una massiccia campagna di raccolti fondi. 
  • Equity crowdfunding. Qui l’altruismo è messo un attimino da parte poiché il finanziatore dona, ma in cambio riceve l’opportunità di diventare socio dell’azienda a tutti gli effetti. Si tratta di un modello regolamentato dalla Consob. 
  • Crowdfunding immobiliare. La raccolta avviene con lo scopo di finanziare operazioni immobiliari.

E se l’obiettivo della raccolta fondi non viene raggiunto?

Le campagne di crowdfunding non sono infinite. Quando promuove il proprio progetto, il fundraiser si pone generalmente un obiettivo e una deadline

Ad esempio: “Mi occorrono 500 milioni di Euro per un dispositivo che riuscirà a teletrasportare l’essere umano indietro nel tempo. Mi aiutate a raccoglierli entro la fine dell’anno altrimenti non potrò più sostenere neanche le spese delle bollette?”

Se il nostro viaggiatore nel tempo è abile dal punto di vista comunicativo, ma anche accreditato presso la comunità scientifica, probabilmente non avrà difficoltà a trovare il budget per concretizzare l’idea. 

Ma può anche accadere che nessuno creda nel progetto e che la campagna fallisca. In tal caso ciò che accade dipende dalla piattaforma, dal momento che non tutte sono uguali.

  • Alcune utilizzano il modello All or nothing. In questo caso: o la somma investita torna nelle tasche del finanziatore, oppure viene riallocata automaticamente a favore di un progetto migliore. Spesso in questo contesto il denaro viene prelevato solo a obiettivo raggiunto.
  • Altre piattaforme puntano invece sul modello Take it All. I soldi finiscono al fundraiser indipendentemente se questo raggiunga o meno l’obiettivo prefissato. Generalmente in questo caso i soldi vengono detratti immediatamente dal conto dell’investitore

Crowdfunding e truffe: occhi aperti!

Ovviamente anche in queste operazioni il consiglio è di fare molta attenzione alle possibili truffe online.
Vale la pena di citare il caso di Erick Chevalier, un giovane americano di 22 anni che chiese 122mila dollari per il finanziamento del suo progetto: un gioco da tavola. Erick, raggiunta la cifra di 92mila dollari, fermò la campagna scappando con il bottino.

Che tu sia un finanziatore o un fundraiser, dunque, meglio avere un quadro ben chiaro anche dal punto di vista legale. La materia è relativamente giovane e la giurisprudenza sta cercando di mettersi rapidamente al passo.

Le migliori piattaforme di Crowdfunding italiane

Attualmente sono oltre cento le piattaforme italiane di crowdfunding. 

Ne citiamo 5 tra tutte.

  • Be Crowdy: si tratta di una piattaforma reward-based dedicata a progetti culturali e artistici. Grazie a questa piattaforma le categorie interessate a queste tematiche possono proporre i propri progetti e provare a finanziarli tramite l’aiuto della community
  • Bookabook è una piattaforma interessante poiché verticale, dedicata esclusivamente agli scrittori che chiedono di finanziare i propri libri (se ritenuti interessanti dagli stessi lettori).
  • Mamacrowd. Qui si parla di Equity Crowdfunding: vigilato dalla Consob, si occupa di investimenti su startup, progetti immobiliari e PMI italiane. 
  • Crowdfundme è una piattaforma quotata in borsa. Qui gli utenti possono investire in business innovativi non ancora quotati. Gli investitori delle campagne terminate con successo vengono iscritti nel registro soci della Camera di Commercio. 
  • DevRev. Ci spostiamo sul Civic Crowdfunding. A questa piattaforma possono rivolgersi istituzioni pubbliche, così come Onlus e enti privati che vogliono finanziare progetti dedicati alla collettività.

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