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Crowdfunding è un termine inglese, divenuto di uso comune negli ultimi anni, che si può tradurre con la locuzione “finanziamento collettivo”. Proprio “collettività” e “finanziamento” sono infatti due concetti centrali e necessari per spiegare bene cos’è e come funziona il crowdfunding. Ne parliamo in questa guida.
Il termine “Crowdfunding” significa letteralmente “folla che finanzia”. Già la parola stessa serve a chiarire in prima battuta di cosa parliamo. Si tratta della richiesta di finanziamento (da parte di un singolo individuo, un libero professionista, ma anche da PMI, grandi aziende, startup oppure organizzazioni) a un pubblico al quale viene presentato un progetto da realizzare. Alla sua origine c’è il crowdsourcing, ossia lo sviluppo collettivo di un determinato prodotto.
La casistica in tal senso è ampia. Si va dall’aiuto a popolazioni colpite da cataclismi al finanziamento di progetti proposti online da startup.
Ma quando è nato il concetto di finanziamento collettivo di un progetto?
Il crowdfunding affonda le radici nell’800!
Con l’avvento di internet sono nate diverse piattaforme online (Kickstarter e Indiegogo tra le più conosciute) volte a favorire l’incontro tra coloro che il finanziamento lo cercano (i fundraiser) e quanti sono disposti a concederlo. In questo modo sono nate campagne promosse da cantanti, scrittori, studenti, che sono riusciti in molti casi a finanziare progetti e percorsi di studi universitari.
Esistono varie tipologie di crowdfunding.
Citiamo alcune delle più utilizzate.
Le campagne di crowdfunding non sono infinite. Quando promuove il proprio progetto, il fundraiser si pone generalmente un obiettivo e una deadline.
Ad esempio: “Mi occorrono 500 milioni di Euro per un dispositivo che riuscirà a teletrasportare l’essere umano indietro nel tempo. Mi aiutate a raccoglierli entro la fine dell’anno altrimenti non potrò più sostenere neanche le spese delle bollette?”
Se il nostro viaggiatore nel tempo è abile dal punto di vista comunicativo, ma anche accreditato presso la comunità scientifica, probabilmente non avrà difficoltà a trovare il budget per concretizzare l’idea.
Ma può anche accadere che nessuno creda nel progetto e che la campagna fallisca. In tal caso ciò che accade dipende dalla piattaforma, dal momento che non tutte sono uguali.
Ovviamente anche in queste operazioni il consiglio è di fare molta attenzione alle possibili truffe online.
Vale la pena di citare il caso di Erick Chevalier, un giovane americano di 22 anni che chiese 122mila dollari per il finanziamento del suo progetto: un gioco da tavola. Erick, raggiunta la cifra di 92mila dollari, fermò la campagna scappando con il bottino.
Che tu sia un finanziatore o un fundraiser, dunque, meglio avere un quadro ben chiaro anche dal punto di vista legale. La materia è relativamente giovane e la giurisprudenza sta cercando di mettersi rapidamente al passo.
Attualmente sono oltre cento le piattaforme italiane di crowdfunding.
Ne citiamo 5 tra tutte.
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