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Dopo Google Mars e Google Moon si allargano ulteriormente i confini spaziali del colosso di Mountain View e sbarca finalmente anche sulla Terra Planets, l’estensione di Google Maps per lo spazio.
Sono 500 milioni le immagini prese solo dalla missione Cassini verso Saturno – conclusa con successo il 15 settembre 2017 al compimento dei suoi vent’anni – che Google ha integrato nella piattaforma per offrire agli internauti un viaggio virtuale interattivo alla scoperta di 12 corpi celesti. Gli scatti arrivano infatti anche da molte altre sonde della Nasa, dell’Esa e dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa, che hanno permesso la ricostruzione virtuale di satelliti e pianeti finora non accessibili ai comuni mortali non addetti ai lavori.
Accedendo a Google Planets (ovvero Google Maps nello spazio) si potrà iniziare un vero e proprio tour nello spazio, partendo subito dalla Stazione spaziale internazionale dove si trova il nostro astronauta Paolo Nespoli, che assieme ai suoi cinque colleghi ha raccontato in modo avvincente tramite social le sue avventure dall’avamposto orbitante che si trova a 400 chilometri sopra le nostre teste.
Proseguendo si potrà continuare il tour alla scoperta dei crateri di Mercurio, vedere l’atmosfera calda e pesante di Venere, i satelliti naturali del sistema solare tra cui le nove lune di Giove e Saturno – dalle foto scattate dalle sonde Nasa Voyager e Galileo oltre 30 anni fa – e Mima, un piccolissimo satellite che ricorda la “Morte nera” di Star Wars, per finire con un viaggio direttamente su Plutone, pianeta nano che è stato fotografato dalla sonda New Horizons.
Navigando su Google Maps nello spazio si avrà la sensazione di camminare sui corpi celesti grazie alle immagini a 360° fornite dalla Stazione Spaziale Internazionale e dall’emozionante lavoro di chi ogni giorno va nello spazio per studiare cosa circonda la Terra. Ha partecipato all’ampliamento della piattaforma online anche l’artista islandese Björn Jónsson che ha sviluppato un software in grado di convertire le immagini che arrivano dallo spazio nel più comune formato PNG e metterle così a disposizione di tutti.
Entrando sull’atlante virtuale più famoso al mondo si potrà accedere ad una vastissima quantità di informazioni su satelliti e pianeti mentre sono ovviamente esclusi dalla mappatura i giganti gassosi poiché lo stato “impalpabile” che li contraddistingue li rende difficilmente visitabili.
Aspettando di poter andare fisicamente nello spazio per camminare tra valli, pianure e crateri fantascientifici grazie alle moderne navicelle che promettono viaggi di nozze interstellari, non resta che navigare nello spazio con Google Maps, rimanendo comodamente a casa nostra.