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Nel mondo delle app, di tanto in tanto ne arriva una che comincia a spopolare, quella alla cui crescita inarrestabile si assiste frementi nell’attesa che superi la prima in classifica. Quest’app oggi si chiama Snapchat.
Social network del momento che integra un servizio di messaggistica istantanea, Snapchat è stato lanciato nel 2011 e si sta diffondendo in tutto il mondo a ritmi vertiginosi – negli Stati Uniti ha già scalzato Facebook in quanto a penetrazione nella fascia d’età 13-17 anni, ma anche in Italia la sua crescita si sta facendo notare. Scopriamo allora come funziona e perché sta avendo tanto successo.
Cuore di Snapchat non è il classico profilo dell’utente – come per Facebook – ma la sua “Storia”, che si può comporre realizzando foto e video della durata massima di 10 secondi, condivisibili sulla piattaforma con l’aggiunta di didascalie testuali, simpatici filtri, effetti e divertenti emoji.
Album di foto e video condivisi con gli amici e chat in tempo reale, sia testuali che in formato video, personalizzabili con filtri ed emoji: così si comunica su Snapchat. Gli “snap”, però, hanno una caratteristica unica nel mondo dei social network “classici”: si autodistruggono, cioè restano online per un massimo di 24 ore.
Nata dall’esigenza fortemente sentita dagli utenti di Facebook e Twitter di ripulire periodicamente wall e profili da post sgraditi, l’idea degli snap “a tempo” ha conquistato subito valanghe di utenti, i più giovani soprattutto.
Stando agli ultimi dati, in Italia Snapchat ha 673 mila utenti attivi – il 2,3% circa della popolazione Internet – la maggior parte dei quali di età compresa tra 16 e 24 anni.
Ma non sono solo i giovani ad essere attratti dagli snap: ad essersi accorti delle potenzialità di Snapchat in fatto di storytelling ci sono molti vip e, soprattutto, grandi brand. Negli Stati Uniti molte realtà lo presidiano già da un po’, alcune francamente insospettabili: si passa da brand ricercati come Tiffany e Co., che usano gli snap in modo garbato ed efficace al tempo stesso, a… The White House. Sì, avete capito bene: la Casa Bianca ha deciso di includere Snapchat all’interno della sua digital strategy istituzionale!
In Italia sono molte le aziende che comunicano a colpi di snap; tra le tante, primeggiano i club calcistici più importanti come Inter, Roma e Juventus, che hanno trovato un nuovo modo di rivolgersi ai loro fan. Snapchat spopola anche tra personaggi famosi e cantanti, come Fedez, Emis Killa, Noemi (che, non a caso, si rivolgono ad un pubblico decisamente giovane), ma anche nel mondo delle blogger.
Fashion blogger come Chiara Ferragni, travel blogger come Elisa Paterlini e food blogger come Veruska Anconitano, tanto per citarne alcune, usano Snapchat per raccontare momenti delle loro giornate: dei loro viaggi, degli eventi internazionali cui partecipano o, semplicemente, frammenti dei loro mondi e della loro vita quotidiana.
Snapchat è stato scelto da McDonald’s per il lancio di un esperimento…
La nota multinazionale ha infatti permesso agli utenti di Snapchat di inviare la propria candidatura per una posizione nel team, registrando un breve video di presentazione con indosso i “panni” di un vero dipendente, scegliendo un apposito filtro creato sull’app.
Un social network poco strutturato, che all’inizio può persino destabilizzare per la sua assenza di pianificazione: ma il segreto del successo di Snapchat sta proprio in questo, nel suo nuovo modo di comunicare, molto più semplice, ludico e immediato rispetto a quello delle altre piattaforme social.
La condivisione concisa di attimi della sfera privata – attraverso contenuti che, ruotando attorno ad un tema comune, sono il filo rosso di una storia immediatamente riconoscibile – crea un’immediata empatia negli utenti: per questo Snapchat può rappresentare un ottimo sistema di comunicazione all’interno della propria community di riferimento. Questa era esattamente l’idea di Evan Spiegel, CEO di Snapchat, da cui è nata la piattaforma.
Insomma, attraverso Snapchat diventa possibile condurre il pubblico nel proprio mondo in modo incredibilmente naturale, solleticandolo attraverso tanti piccoli assaggi, brevi e per questo unici. La nuova professione dello “snapchatter” è forse all’orizzonte?