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Snapchat è il fenomeno social del momento, ha persino superato Twitter per numero di utenti giornalieri, e… la storia del suo fondatore è altrettanto fenomenale. Che Evan Spiegel, CEO di Snapchat, a 23 anni abbia rifiutato un’offerta di 3 miliardi da Facebook e un’altra ancora più corposa – 4 miliardi – da Google poco tempo dopo, è stata una notizia talmente sensazionale che forse a pochi è sfuggita. Ma ecco come sono andate le cose.
Evan Spiegel è nato è cresciuto a Los Angeles, in uno dei suoi quartieri più esclusivi in cui villette a schiera si susseguono a lussuosi condomini, Pacific Palisades. La sua è una famiglia benestante, i genitori sono entrambi avvocati di prestigio, noti in tutta l’area metropolitana di Los Angeles per annoverare tra i loro assistiti personaggi e aziende altrettanto influenti: da Sergey Brin, co-fondatore di Google, alla Warner Bros.
Sembra che l’infanzia di Evan non sia stata molto tranquilla a causa della separazione dei genitori, per cui il piccolo californiano deve aver sofferto: si racconta che, dopo qualche anno, al rifiuto del padre di comprargli una BMW, Evan abbia per tutta risposta fatto le valigie per trasferirsi dalla madre. I “no” non devono essergli mai piaciuti ed è forse per questo che, una volta cresciuto, abbia avuto il coraggio e la scioltezza di rifilarne ben due alle più grandi aziende della Silicon Valley!
Scherzi a parte, è ormai cosa nota che Evan Spiegel sia molto diverso da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, con cui i confronti sono inevitabili. È attivo protagonista delle cronache mondane per via del suo fidanzamento con la modella australiana Miranda Kerr, ex Angel di Victoria’s Secret, se ne va in giro per le strade di Los Angeles con una Ferrari e ama pilotare gli elicotteri. Ed è anche risaputo che, in azienda, spesso si scontra con gli altri dirigenti per via del suo “caratterino”, che in qualche caso ne ha persino portati alcuni a rassegnare le dimissioni.
Insomma, Evan non si cura di nascondere il suo essere il più giovane miliardario del mondo, entrato di recente nella classifica dei “paperoni” di Forbes (posizione 854, per l’esattezza) con un patrimonio pari a 2,1 miliardi di dollari. Ma, se è arrivato a questo punto, non può essere solo uno con tanti soldi e un carattere difficile. In effetti, Evan a scuola si è sempre distinto per il suo ingegno. Costruisce un computer a 14 anni e frequenta l’Università di Stanford, la stessa in cui si sono laureati i fondatori di Yahoo!, Google, PayPal, YouTube, WhatsApp e Instagram.
Proprio a Stanford incontra il compagno di studi con cui co-fonderà Snapchat, Bobby Murphy – che non a caso oggi è anche il secondo più giovane miliardario al mondo. Insieme si mettono in testa di creare un nuovo social network, ma i primi tentativi non valgono un granché. Una sera, però, un terzo amico li invita a casa perché, disperato, non sa come recuperare al fatto di aver inviato ad una ragazza una foto di cui poi si è pentito terribilmente. È allora che viene a Evan l’idea di un’app che invia foto che dopo un po’ si autodistruggono, idea che però non convince i finanziatori. Nonostante le difficoltà, nel 2011 i due amici realizzano un’applicazione, Picaboo, che però non raggiunge grandi cifre in termini di download.
Evan nel frattempo torna a Stanford perché deve ancora laurearsi e proprio qui, nelle aule universitarie, la sua app raggiunge finalmente il successo. Trovata dagli studenti uno strumento geniale per passarsi i compiti in classe, l’uso di quella che ormai si chiama ufficialmente Snapchat si diffonde a macchia d’olio ed ecco che arrivano i primi, corposi finanziamenti.
Il resto della storia di Snapchat lo conosciamo tutti…
Molto diversa invece è stata la scelta di Jan Koum, inventore di WhatsApp, che ha venduto la sua App a Mark Zuckerberg, ricavandone parecchi miliardi di dollari!