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Siamo tutti sempre connessi, ogni giorno a qualsiasi ora, per lavoro o per svago e spesso utilizziamo l’espressione “navigare in rete”, ma probabilmente pochi di noi conoscono il motivo per il quale si usa questa espressione e chi l’ha detta per la prima volta. Scopriamo allora l’origine dell’espressione “navigare in rete” in questo articolo!
Internet nasce intorno agli anni ’60 con il nome di Arpanet. Si tratta di una rete molto complessa di collegamenti informatici che contengono infinite informazioni e che ci permettono di essere connessi ovunque e in qualsiasi momento della giornata.
Internet racchiude un mondo virtuale dove ogni utente può ottenere informazioni ed avere risposte grazie anche ai diversi motori di ricerca: Google, Safari, Internet Explorer, Mozilla e altri ancora.
Senza Internet sarebbe impossibile, ad oggi, svolgere determinati lavori. E pensare che, inizialmente, era stato pensato per avere solamente un utilizzo militare; solo in un secondo momento, infatti, è stato deciso di sfruttarlo anche per un uso civile, inizialmente collegando università, dipartimenti e centri di ricerca in tutto il mondo e successivamente diventando di uso pubblico e commerciale.
Tutti usiamo l’espressione “Navigare in rete”, ma com’è nata? “Navigare in rete” è la traduzione di surf the internet, utilizzata per la prima volta da Jean Armor Polly nel 1992, bibliotecaria universitaria e scrittrice di articoli sulla sicurezza del web.
Dovendo dare un titolo a un suo articolo sull’utilizzo di internet, gli serviva qualcosa che colpisse il lettore: «Ho valutato molte possibili metafore. Volevo qualcosa che esprimesse il divertimento che avevo avuto su Internet, oltre a sottolineare l’abilità e, sì, la resistenza necessaria per usarlo bene. Avevo anche bisogno di qualcosa che potesse evocare un senso di casualità, caos e persino pericolo. Volevo qualcosa legato al mondo marino, simile a una rete (net in inglese, ndr), nautico. A quel tempo stavo usando un tappetino per mouse della Biblioteca di Apple a Cupertino, in California, che raffigurava un surfista su una grande onda, con la scritta “Information Surfer”. “Eureka”, dissi, e avevo la mia metafora».
Il suo articolo, all’epoca, ebbe un successo straordinario: in 14 ore fu scaricato ben 500 volte (un numero straordinario di download per quei tempi). E la sua metafora continua ad essere utilizzata ancora oggi.