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Arriva anche su Facebook l’oscuramento dei ‘like’: partito il test in Australia

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Su Instagram già da qualche mese ormai non è più possibile vedere il numero totale dei ‘like’ ricevuti sulle foto caricate online dai nostri amici ma, secondo alcune indiscrezioni circolate qualche settimana fa,  anche su Facebook, la principale piattaforma social di Mark Zuckerberg,il test è già iniziato. Per il momento solo in Australia per la precisione, ma sembra che potrebbe allargarsi anche a tutti gli altri Paesi del mondo, Italia compresa.

Facebook senza ‘like’: un modo per concentrarsi solo sulla qualità dei contenuti

Su Instagram, applicazione anch’essa di proprietà del miliardario fondatore di Facebook, già non è più visibile il numero di cuoricini presenti sotto le foto di tutti gli utenti di Australia, Nuova Zelanda, Brasile, Canada, Giappone, Irlanda e Italia: solo l’autore del post può infatti prendere visione dei ‘mi piace’ mentre per tutti gli altri è un dato nascosto. “È un modo per le persone di concentrarsi sulla qualità delle loro interazioni – ha spiegato Mia Garlick, Direttore delle strategie mediatiche di Facebook Australia e Nuova Zelanda durante l’Associated Press – e sulla qualità dei contenuti piuttosto che sul numero di ‘mi piace’ o delle reazioni”. 

Le prime indiscrezioni 

La nuova funzione che non consente di visionare il numero dei ‘mi piace’ sotto le foto dei nostri amici di Facebook, è stata svelata poche settimane fa da un ricercatore che aveva scoperto l’esistenza di una traccia nella versione dell’app per Android. Anche se al momento non sono noti i risultati che riguardano Instagram sui sette Paesi oggetto del test, e non abbiamo la certezza che Facebook Italia sia effettivamente parte dell’esperimento, gli utenti di tutto il mondo risultano divisi tra i ‘pro’ e chi invece desidera far vedere a tutti i ‘like’ ricevuti. “La decisione è però basata su ricerche sul benessere degli utenti – ha concluso la Garlick – e contributi di professionisti di salute mentale secondo cui il conteggio dei like possa causare pericolose comparazioni sociali”.