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Dal 24 agosto al 5 settembre 2021 Tokyo sarà teatro, per la seconda volta, dopo l’edizione del 1964, delle Paralimpiadi. La XVI edizione dei Giochi Paralimpici estivi si apre a meno di un mese di distanza dalle Olimpiadi, che hanno visto l’Italia conquistare 40 medaglie. Quando si parla di Paralimpiadi si fa riferimento ad atleti che, in caso di disabilità fisiche, possono fare ricorso alla tecnologia. Ma in che modo e quanto la tecnologia migliora le loro prestazioni? Scopriamolo insieme.
Prima di parlare del connubio tra sport e tecnologia nelle Paralimpiadi, vediamo quali sono le categorie previste in questa edizione dei Giochi.
Gli atleti che partecipano ai Giochi paralimpici vengono divisi in dieci categorie, in base al tipo di disabilità. Le gare in programma alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono 22, con le new entries Badminton e Taekwondo che prendono il posto della vela e del calcio a 7-un-lato:
Negli sport paralimpici il binomio uomo-macchina è senza dubbio più evidente.
Sappiamo che la tecnologia è in continua evoluzione ed ha un ruolo sempre più importante per molte persone affette da disabilità fisiche. Dal controllo mentale degli arti alla stampa 3D, passando per gli arti motorizzati e le braccia robotiche: i supporti a disposizione sono all’avanguardia e in grado di semplificare la vita anche degli atleti.
Nel caso delle competizioni sportive, però, la tecnologia non si sostituisce alle prestazioni dell’atleta, e a maggior ragione ciò non può accadere in un contesto come le Paralimpiadi, in cui si esaltano lo sport e i suoi principi.
Oggi gli atleti con disabilità fisiche hanno la possibilità di gareggiare, con ottimi risultati, in quasi tutte le discipline, con prestazioni sempre più vicine a quelle dei normodotati. Tutto questo grazie all’innovazione tecnologica che combina gli enormi progressi nel settore della biomeccanica con l’utilizzo di materiali altamente performanti (come leghe di alluminio ad alta resistenza, fibre di carbonio, kevlar e leghe di titanio).
Esistono carrozzine specificamente pensate per ogni sport: da quelle utilizzate nelle paralimpiadi di scherma (disciplina nella quale primeggia l’italiana Babe Vio, campionessa olimpica, mondiale ed europea in carica di fioretto individuale paralimpico) alle handbike, utilizzate per le gare di resistenza su strada (disciplina in cui si è distinto il plurimedagliato campione Alessandro Zanardi). Per quanto riguarda le protesi, nelle paralimpiadi di atletica vengono utilizzate prevalentemente dispositivi in fibra di carbonio con uno speciale design che ottimizza i movimenti e le prestazioni.
Tutte le strumentazioni devono però essere utilizzate nel rispetto di una serie di principi.
Proprio per tutelare lo sport, il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) riconosce quattro principi fondamentali:
Si tratta di 4 pilastri che regolamentano anche l’uso della tecnologia e delle attrezzature durante le competizioni e sono da intendersi validi sia nelle prove con sedie a rotelle che in quelle in cui si usano protesi.
Per il Comitato, dunque, la tecnologia deve essere accessibile a tutti, ma non deve migliorare le prestazioni degli atleti oltre le loro abilità fisiche.
Vuoi saperne di più sull’origine delle Paralimpiadi? Se hai una connessione senza limiti, guarda in streaming i numerosi documentari disponibili in rete che raccontano come hanno avuto origine queste competizioni sportive e le storie straordinarie degli atleti che vi prendono parte.