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Tra i trend di maggior successo del 2017 va sicuramente sottolineato l’avanzare della Ricerca Vocale Google, che viene oggi utilizzata nel 20% delle ricerche svolte tramite dispositivo mobile.
Ogni giorno cresce il numero di persone che sceglie la Voice Search per compiere ricerche di ogni tipo. È vero infatti che gli assistenti vocali come Siri per iOS, Cortana di Windows Phone e la funziona Google Now di Android, stanno cambiando radicalmente il modo in cui gli utenti cercano informazioni online, e si prevede che entro il 2020 il 50% delle ricerche verrà effettuata proprio tramite la Voice Search. Gli studiosi ci tengono poi a farci sapere che nei prossimi anni avremo addirittura più conversazioni con i bot che con il nostro partner. Dato allarmante ma che fa ben capire la portata delle ricerche che avvengono attraverso questa tecnologia.
La Ricerca Vocale Google funziona attraverso la traduzione da parte del motore di ricerca di una domanda posta con il linguaggio naturale dell’utente – a voce, in poche parole – in una normale richiesta, grazie allo studio del riconoscimento vocale.
Le interazioni vocali rendono più veloci le ricerche online e gli utenti vengono così soddisfatti all’istante. L’input vocale è infatti ben 4 volte più veloce della tradizionale digitazione su tastiera, il che rende facile capire perché dal 2008 ad oggi il volume delle ricerche con Google Voice è aumentato di oltre 35 volte.
Per fare qualche esempio delle funzioni più richieste, basti pensare alla geolocalizzazione, alla richiesta di indicazioni stradali o alla ricerca di un contatto sempre tramite Voice Search mentre si è intenti a fare altro.
La user experience delle ricerche online sta sicuramente cambiando – diventando più rapida e immediata – e il successo degli assistenti vocali aiuta ogni giorno le grandi aziende a scoprire qualcosa in più sulle persone, sui problemi maggiormente riscontrati e anche sul contesto in cui vivono. Tutto ciò è utile per rispondere in modo ancora più concreto alle richieste degli utenti di tutto il mondo. Una ricerca MindMeld riporta che nel 2015, su un campione di 1.800 possessori di smartphone, ben il 60% ha dichiarato di aver utilizzato nel corso dell’anno gli assistenti vocali, e il 40% di essi ne ha fatto uso negli ultimi 6 mesi. A vincere su tutti con il 40% delle preferenze espresse è stata Siri mentre Google Now è stata scelta nel 26% dei casi.
Grazie all’elaborazione del linguaggio naturale dei consumatori, la Ricerca vocale Google riconosce comandi vocali e parole chiave analizzando nel tempo anche il comportamento degli utenti, le preferenze commerciali e molte altre informazioni personali. In questo modo i risultati della Voice Search vengono personalizzati sul singolo utente per essere ancora più pertinenti. Va da sé che ciò si rifletterà anche sul modo in cui vengono creati i contenuti per il web, che dovranno infatti rispondere in modo adeguato al funzionamento della Google Voice Search per passare dalla “voice recognition” alla “voice understanding”, il tutto nel minor tempo possibile. Le query – ossia i termini utilizzati per svolgere una ricerca – stanno infatti diventando sempre più lunghe e colloquiali.