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Una pulizia accurata e periodica del nostro smartphone che, secondo una stima di massima, tocchiamo circa 150 volte al giorno, non è appannaggio esclusivo di ipocondriaci terrorizzati dai germi.
Alcuni studi scientifici condotti da università straniere come quella dell’Arizona o del Surrey, nel Regno Unito, dimostrerebbero infatti che i dispositivi come smartphone e tablet sono veri e propri ricettacoli di germi e batteri, più sporchi anche delle tavolette del wc. Secondo altre ricerche, sul touch screen dei cellulari vivrebbe circa l’80% dei più comuni batteri umani, dal Clostridium difficile, che può causare problemi intestinali e al colon, all’escherichia coli, anch’esso responsabile di mal di pancia, allo Streptococco, che può scatenare tonsilliti e mal di gola, fino allo Staphylococcus aureus, spesso resistente agli antibiotici.
Si tratta per la maggior parte di batteri che abitano già nel nostro corpo. La loro insidiosità, tuttavia, deriva dal luogo in cui si trovano. Lo pneumococco, ad esempio, se rilevato in gola non dà alcun problema. Se, al contrario, arriva nei polmoni può causare malattie come la polmonite. Inoltre, secondo uno studio pubblicato dell’American Journal of Infection Control, i cui risultati hanno causato un certo scalpore, i rischi maggiori deriverebbero dall’utilizzo di smartphone e tablet negli ambienti ospedalieri, a contatto con pazienti che possono avere un sistema immunitario più debole o che possono a loro volta essere veicolo di germi più pericolosi per la salute.
Lasciando da parte inutili allarmismi, non c’è dubbio che una corretta pratica igienica applicata a dispositivi di uso comune come smartphone e tablet sia non solo utile ma anche necessaria per ridurre i rischi d’infezione da germi e batteri. Questo non significa, tuttavia, che alla fine della giornata lo smartphone debba essere sterilizzato, magari usando prodotti non consoni alla pulizia dello schermo. Oltre a rischiare di danneggiare irrimediabilmente il dispositivo, infatti, l’idea di eliminare completamente germi e batteri dagli oggetti di uso comune e di vivere in ambienti asettici è del tutto inattuabile.
Ci vuole soprattutto buon senso, dunque. Se, ad esempio, non si ha la possibilità di pulire il proprio smartphone con un panno di cotone e un prodotto apposito, è bene evitare di portare le mani alla bocca o agli occhi dopo un uso prolungato, o evitarne l’utilizzo durante i pasti. Anche un semplice panno in microfibra inumidito con un po’ d’acqua può eliminare la maggior parte dei batteri dagli schermi e dai dispositivi.
Quello che conta, però, è ricordarsi di attuare queste facili pratiche igieniche con una certa continuità e regolarità, in attesa che nuovi sviluppi della tecnologia – come vetri o protezioni antibatteriche specifiche da applicare sullo schermo – non risolvano anche questo problema.