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South Working: il progetto per lavorare al Nord (vivendo al Sud)

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South Working

South Working

Da quando lo smart-working è diventata un’esigenza a causa della diffusione del contagio di Covid-19, il modo di lavorare in molte aziende è cambiato. Per le imprese che possono adottare questa modalità, il lavoro da remoto si è (prevedibilmente) rivelato vantaggioso sia per il datore di lavoro che per il dipendente. Ma qualcuno è andato oltre e ha pensato perfino di lanciare un progetto denominato “South working”, che consiste nel lavorare al Nord vivendo al Sud. Vediamo in questo articolo di cosa si tratta.

Che cos’è South working?

South Working – Lavorare dal Sud è un progetto di Global Shapers Palermo Hub finalizzato ad implementare lo smart working consentendo di lavorare da remoto e riducendo così il divario tra Sud e Nord. Gli obiettivi principali, a breve termine, sono:

  • localizzare il lavoro da remoto in una città diversa rispetto a quella dell’azienda o del datore di lavoro a cui si fa capo; 
  • evitare la fuga di cervelli dal Sud, che per fare carriera sono costretti a lasciare la propria città natale spostandosi al Nord;
  • evitare lo spopolamento di piccoli borghi e città, investendo negli strumenti di digitalizzazione;
  • garantire un maggiore risparmio economico al dipendente e incremento di produttività per le aziende.

Sul lungo termine si pensa a “stimolare l’economia del Sud, aumentare la coesione territoriale tra le varie regioni d’Italia e d’Europa e creare un terreno fertile per le innovazioni e la crescita al Sud”, come dichiara la stessa ideatrice del progetto.

Il ponte prova del progetto South working sarà Palermo-Milano, perché queste sono le due città italiane con più infrastrutture.

Come nasce l’idea di South Working

L’idea è stata lanciata durante il lockdown da Elena Militello, studentessa palermitana, e da altri venti professionisti italiani tra i 25 e i 30 anni con esperienze lavorative anche all’estero. Tutti rientrati nella città natale a causa del Covid-19. 

Lavorando da remoto e portando ugualmente profitto alle aziende per le quali lavorano, hanno ben pensato di mettere in piedi questo progetto. Infatti diversi lavori, soprattutto quelli d’ufficio, possono essere svolti senza problemi anche con il lavoro agile.

Elena, 27 anni, è una ricercatrice in procedura penale comparata dell’Università del Lussemburgo. Ha lasciato Palermo nel 2010 per studiare alla Bocconi, per poi proseguire con il dottorato fra Stati Uniti e Germania ed infine ha ottenuto il contratto di ricerca a Lussemburgo.

Elena e gli altri professionisti del team South Working vorrebbero arrivare ad un patto istituzionale tra aziende e comuni, stabilendo una serie di linee guida e spazi di coworking a distanza.

Sarebbe bello se tutti potessero lavorare nella propria città senza dover lasciare gli affetti…